Piano Transizione 5.0

In questo articolo facciamo il punto sugli incentivi previsti dal nuovo piano transizione 5.0 finanziato con fondi derivanti dal PNRR e  dal RepowerEU.

Le agevolazioni sono contenute nel Decreto PNRR pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024.

Incentivi Transizione 5.0

Con il Decreto sul PNRR prendono avvio i nuovi incentivi legati al Piano Transizione 5.0

Fondi disponibili

  • 3.780 milioni per investimenti finalizzati all’efficientamento energetico (Transizone 5.0)
  • 1.890 milioni per agevolare autoconsumo e autoproduzione
  • 630 milioni per la formazione

Agevolazione

Le agevolazioni previste sono:

Credito di imposta fino al 45% per investimenti in beni industria 4.0 che riducano in consumi a livello di stabilimento o di processo produttivo, graduato secondo il risultato ottenuto.

Credito di imposta fino al 63% per impianti da fonti rinnovabili e impianti fotovoltaici per l’autoconsumo che rientrano nel progetto di investimento.

Credito di imposta fino al 45% per la formazione del personale sui temi del decreto.

Tetto massimo degli interventi agevolabili: 50 milioni di euro

Interventi ammessi

Investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 che comportino un risparmio energetico almeno del 3% a livello di stabilimento o del 5% per il processo produttivo interessato.

Cos’è la transizione 5.0

Per comprendere meglio dove saranno indirizzati gli incentivi e a quali tipi di vincoli potrebbero essere sottoposti e opportuno capire meglio cosa significa transizione 5.0.

Stiamo parlando della nuova fase evolutiva dell’industria, successiva al 4.0 e basata su tre pilastri:

  • umano-centrismo
  • resilienza
  • sostenibilità

Si tratta di una visione che mette al centro le persone e il loro benessere, che mira a rendere le imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, e che promuove la tutela dell’ambiente e la riduzione delle emissioni di CO2.

La transizione 5.0 nasce dall’unione di due importanti aree di cambiamento:

  • la transizione digitale
  • e la transizione ecologica.

La prima riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’internet delle cose, la robotica, la blockchain, che consentono di migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dei processi produttivi.

La seconda riguarda il passaggio da un modello di sviluppo lineare e basato sui combustibili fossili a uno circolare e basato sulle fonti rinnovabili, che valorizza il riciclo, il riuso e la rigenerazione delle risorse.

La transizione 5.0 rappresenta quindi una grande opportunità per le imprese italiane, che possono innovare i loro prodotti e servizi, rendendoli più personalizzati, sicuri, accessibili e sostenibili.

Al tempo stesso, rappresenta una grande sfida, che richiede investimenti significativi, competenze adeguate e una visione strategica.

Quali sono le sfide della transizione 5.0?

Per affrontare la transizione 5.0, le imprese devono essere in grado di:

  • Responsabilizzare le catene di fornitura e l’ecosistema produttivo, garantendo trasparenza, qualità e tracciabilità dei prodotti e dei materiali.
  • Adottare un approccio di economia rigenerativa e circolare “by design”, progettando i prodotti in modo da minimizzare gli impatti ambientali e sociali lungo tutto il loro ciclo di vita.
  • Aumentare l’autosufficienza, l’adattabilità e la riduzione della fragilità, implementando soluzioni energetiche distribuite e intelligenti, che consentano di gestire in modo ottimale la domanda e l’offerta di energia.
  • Digitalizzare con uno scopo, al fine di vivere in armonia con i limiti del pianeta, utilizzando le tecnologie digitali per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi, monitorare gli impatti e coinvolgere i clienti.
  • Misurare tutto ciò che conta: metriche rigenerative e quadro normativo, adottando indicatori che valutino non solo la performance economica ma anche quella ambientale e sociale delle imprese.

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