Paolo Moro
Amministratore delegato di Business Research
Docente di web marketing e di tecnologie digitali da oltre 10 anni.
Docente di strategia commerciale online e social network
Faber di Officine ZIP che è uno dei Fab Lab di Padova che si trova in zona industriale
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Benvenuto Paolo, c’è qualche cosa da aggiungere nella presentazione?
Diciamo per riassumere, che mi occupo di tecnologia informatica da quando ho iniziato a lavorare ed ho capito che la parte più difficile è quella di portare la tecnologia nelle aziende e far funzionare operativamente le cose.
Tra tutte le attività che fai qual è quella che ti impegna di più e che ti da più soddisfazione?
Businness Reseach è l’azienda principale che gestisco, è un’azienda che ha più di 10 anni e mi da veramente grandi soddisfazioni.
Da un paio d’anni stiamo investendo sul Fab Lab, che è un tema che mi appassiona molto visto che significa innovazione, significa cercare di vedere al di là del quotidiano.
Quando si entra nella tema di creare qualcosa che non esiste, effettivamente mi sono reso conto che bisogna dedicare molto molto tempo.
Nel tuo profilo ti definisci Faber cos’è e che significa essere Faber
Con la creazione di questi laboratori Fab Lab, sono nate due figure professionali nuove: il maker, che è colui che crea operativamente qualcosa e lavora nel concreto producendo e facendo qualcosa (dal termine inglese to make – fare), e il faber che oltre ad essere un maker è anche colui che gestisce il laboratorio. Quindi non è solo un tecnico, non è solo colui che fa, ma si preoccupa anche di coordinare l’ambiente di lavoro, pensa alla sicurezza delle macchine, presta attenzione alle relazioni con le aziende e le persone che ruotano attorno al FabLab. E’ quindi di supporto al laboratorio, preoccupandosi che tutto funzioni al meglio.
Cosa sono i FabLab e qual’è la loro utilità?
I FabLab sono dei luoghi fisici dove le persone si incontrano e attraverso l’utilizzo sperimentale di nuovi macchinari, nuovi prodotti, nuove tecnologie, cercano di innovare i processi produttivi e i prodotti, mescolando di fatto diverse professionalità.
Oggi stiamo raccogliendo il frutto di tutto quello che è successo negli ultimi 6 – 8 anni.
Quindi parliamo di spazi di coworking che hanno mescolano le professionalità e la tecnologia, di tecnologie più accessibili, che costano meno.
Perché un’azienda, l’imprenditore, il responsabile ricerca sviluppo o responsabile tecnico dovrebbe venire al Fab Lab e come dovrebbero approcciarsi al Fab Lab?
Se pensiamo al passato, pensando alla ricerca, ci viene subito in mente il camice bianco, la camera la camera oscura, le università e i budget molto corposi.
Oggi la ricerca, sopratutto nel mondo delle aziende, si è spostata su quello che è un livello di mezzo che va tra il lavoro di tutti i giorni e l’utilizzo di queste nuove tecnologie.
Quindi parliamo di è una ricerca un po’ meno costosa e più alla portata della tutti.
Una ricerca che punta a innovare il processo produttivo mettendo quello che si è sviluppato nel mercato il “giorno dopo”.
Quindi con un modello diverso rispetto alla ricerca universitaria che si occupa di ciò che verrà immesso nel mercato fra 4 – 5 anni (se va bene).
Se ipotizziamo una ricerca in un Fab Lab ci aspettiamo che quel prodotto che viene studiato possa essere messo nel mercato a breve (qualche mese o al massimo qualche anno).
Una ricerca a misura di PMI che sfrutta la tecnologia attuale e che mescola tecnologie di ambiti diversi.
Il nostro slogan è “la vera innovazione sta nell’insieme delle cose”.
Se prendiamo ad esempio l’elettronica che oggi è molto stabile e funziona molto bene, e se da l’altro lato prendiamo l’informatica che in termini di app, dispositivi, applicazioni in cloud funziona anch’essa veramente bene, la vera differenza la fa chi riesce a far dialogare l’elettronica con l’informatica.
Anche l’automazione stessa, la prototipazione, le stampanti 3D sono molto all’avanguardia. La vera sfida è però riuscire a far collegare la produzione classica ad esempio alle stampanti 3D.
E’ molto importante riuscire a “mescolare” tutti questi campi ed è una questione che le aziende dovranno prendere in considerazione. Le aziende dovranno quindi “formarsi” su molte nuove tecnologie.
Un altro tema rilevante è quello dell’ Open Innovation. Che rapporto vedi tra l’Open Innovation e i FabLab.
Open Innovation secondo me concretamente significa rendere pubblici tutta una serie di informazione riguardanti il come si crea un progetto, un prodotto o un servizio.
Rendere “open” vuol dire condividere con altri le metodologie di lavoro per cercare di discutere attraverso la visione differente del processo da parte di persone esterne.
Significa cioè aprire le porte dell’azienda, aprire “la cucina” ad altri con “cuochi” per far vedere come si cucina un piatto e discutere su come andare a migliorarlo.
In questo senso abbiamo una lunghissima esperienza nell’informatica dove già da vent’anni è presente il fenomeno dell’open source, dove vengono condivisi i sorgenti dei programmi con l’obiettivo di aiutare gli altri a sviluppare dei prodotti e trarne un beneficio.
Questo perché il prodotto nel suo complesso vale molto di più rispetto al singolo pezzo che posso portare io come miglioramento.
Se tutto questo concetto di “open” viene portato anche al mondo della produzione, della manifattura, dell’industria, sicuramente vedremo espandere il processo di produzione di un pezzo anche al di fuori dell’azienda stesso.
Sarà chiaramente molto più complesso soprattutto perchè comporta un profondo cambio di mentalità.
Ritornando al ragionamento sull’informatica: se fino a ieri i miei sorgenti di un software erano “custoditi in cassaforte”, oggi il sorgente lo trasferisco on line, lo rendo pubblico e questo significa “apparentemente” trasferire il know how fuori dall’azienda.
In realtà significa condividere il know how per permettere agli altri di migliorare il mio stesso processo interno e quindi in questo modo nascono tantissime altre logiche di business che devono essere capite a monte, perché tutto questo si traduce in difficoltà, per esempio nel quantificare il lavoro, spostando gli attori economici e quindi spostando i soldi in ambiti differenti di lavoro.
E i Fab Lab?
I Fab Lab si collocano in questo sistema perché la base di questi luoghi è proprio essere aperti nei confronti degli altri, scambiando il saper fare tra le persone.
Se io sono un avvocato e voglio capirne di più della programmazione, trovo un programmatore all’interno del Fab Lab che può condividere con me un esigenza e magari insieme possiamo dar vita ad un processo innovativo legato ad esempio alla stesura di un contratto piuttosto che ad altre cose.
È chiaro che per poter creare qualcosa insieme con qualcun altro, in qualche modo bisogna condividere anche le informazioni.
Il Fab Lab nasce principalmente per “mescolare” e quindi divulgare agli altri le conoscenze di ciascuno, cercando di capire che la cosa importante è che se io condivido qualcosa con qualcuno, posso portarmi a casa molto di più rispetto a quello che posso dare io.
In effetti, la conoscenza una volta condivisa non è che viene ceduta ma viene appunto “condivisa” con un effetto moltiplicativo.
L’ insieme che io trovo come bacino di competenza di tutti gli altri, vale molto di più della mia singola competenza. Conviene a tutti questa nuova logica.
Un altro termine che va molto di moda (sia in senso positivo che negativo) è industria 4.0. In quest’ambito come vedi inseriti i Fab Lab.
Mi piace molto parlare in concreto. Abbiamo sviluppato un dispositivo touch che permette ad una multinazionale che produce macchinari per la plastica, di controllare il sistema produttivo anche fuori dall’azienda.
Quindi l’operatore è svincolato e può lavorare anche fuori dal reparto produttivo della fabbrica.
Questo è industria 4.0, cioè usare la tecnologia esistente per migliorare il processo produttivo.
Ma attenzione, non si deve fare riferimento solo alla grande industria che spende milioni di dollari per innovare.
Domani mattina sono in una macelleria a Monselice che non riesce a controllare la temperatura nei singoli punti della cella frigorifera e quindi la stagionatura dei salami non risulta come vorrebbe il titolare.
Quello che vogliono capire è se è possibile avere sistema preciso per controllare in modo puntuale la temperatura.
Con i ragazzi dell’università stiamo creando un prototipo con Arduino che gli faccia vedere sul suo cellulare la temperatura dei singoli punti della cella.
In questo caso parliamo di una bottega artigiana che produce ottima carne di qualità che ha l’obiettivo di migliorarla ulteriormente grazie alla tecnologia.
Quindi l’industria 4.0 è un tema che coinvolge non solo la grande industria ma anche l’artigiano e la bottega.
E’ un processo che può migliorare la qualità del lavoro di tutti i settori.
Come deve approcciarsi, in concreto, un azienda ad un Fab Lab?
La prima cosa è frequentare il Fab Lab. C’è anche da dire che ogni Fab Lab ha delle competenze differenti che dipendono anche dalle persone che lo frequentano.
Le aziende in primo luogo devono conoscere questi centri tenendo anche conto del fattore geografico.
In genere un Fab Lab ha una serie di progetti in corso come eventi a tema, workshop e incontri. Quindi è il Fab Lab stesso crea delle occasioni di incontro con imprenditori.
Partecipare a questi incontri significa conoscere persone e capire le competenze che ci sono e poi se eventualmente c’è l’esigenza, discuterne in concreto con il maker o il fabber.
Organizziamo anche tanti corsi di formazione, che consiglio agli imprenditori perchè attraverso il corso di formazione si impara un po’ di più di queste nuove tecnologie.
Che non significa che si andrà a sostituire il tecnico che fa nello specifico quella cosa, ma significa apprendere il linguaggio della materia e capire fino a che punto quella tecnologia può spingersi.
Nell’ambito dell’Internet of things ad esempio, i nostri percorsi formativi prevedono di far provare agli artigianali a produrre la nostra struttura opensurce che è una serratura che si collega ad internet per aprire la porta.
E gliela facciamo costruire in concreto.
Bene Paolo ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e che ci hai dedicato. Mi dai le “coordinate” per chi vuole contattarti?
Officine ZIP su internet troverete facilmente i riferimenti, e poi potete chiedete di Paolo.
http://www.officinedigitalizip.it/
Video di presentazione di Officine Digitali ZIP